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La coscienza è universale? – Christof Koch sul panpsichismo

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«Sono cresciuto in una famiglia cattolica, praticante e devota, insieme a Purzel, un bassotto senza paura e pieno d’energia. Lui, così come i cani molto più grandi che in seguito mi hanno accompagnato durante l’esistenza, ha sempre mostrato affetto, curiosità, voglia di giocare, aggressività, rabbia, vergogna e paura. Eppure la mia chiesa insegna che gli animali, anche se in quanto creature di Dio vanno trattati bene, non posseggono un’anima immortale. Perché l’anima immortale è una prerogativa umana.

Anche da bambino, questa convinzione mi sembrava istintivamente sbagliata. Queste creature meravigliose avevano dei sentimenti, proprio come me. Perché negarlo? Perché Dio dovrebbe resuscitare le persone, ma non i cani? Questa credenza cristiana nell’eccezionalità dell’uomo non aveva alcun senso, per me. In qualunque modo siano la coscienza e la mente, e comunque si relazionino con il cervello e il resto del corpo, sentivo che lo stesso principio dovesse applicarsi sia alle persone sia ai cani e, per estensione, anche agli altri animali.

Fu solo più tardi, all’università, che conobbi il Buddismo e l’enfasi che pone sulla natura universale della mente. In effetti, trascorrendo una settimana con Sua Santità il Dalai Lama all’inizio del 2013, ho notato quanto parlasse della necessità di ridurre la sofferenza «di tutti gli esseri viventi», e non solo «di tutte le persone». Le mie letture di filosofia mi hanno condotto al panpsichismo, la convinzione secondo cui la mente (psiche) possa essere trovata ovunque (pan). Il panpsichismo è una delle più antiche dottrine filosofiche esistenti, ed è stata portata avanti dagli antichi greci, in particolare da Talete e Platone.

Come scienziato naturalista, ritengo che una versione del panpsichismo adattata al ventunesimo secolo sia la spiegazione più elegante e parsimoniosa per l’universo in cui mi trovo a vivere».

Christof Koch, Scientific American (per continuare a leggere l’articolo -in lingua originale- clicca QUI).

 

Christof Koch, neuroscienziato e pioniere nello studio delle basi neuronali della coscienza, insegna biologia cognitiva e comportamentale al California Institute of Technology. Con noi ha pubblicato Una coscienza. Confessioni di uno scienziato romantico.

Christof Koch - Una coscienzaCome fa l’attività chimica ed elettrica del nostro corpo a dare origine alle sensazioni che proviamo? Qual è il meccanismo che unisce un’entità fisica a un’entità immateriale come lo stato soggettivo di una persona? Oggetto di studio affascinante e sfuggente, quello della coscienza è un territorio dove l’approccio rigoroso del biologo si sovrappone alle (inevitabili) pulsioni metafisiche dell’uomo; dove la scienza dialoga, e si scontra, con la religione. In un libro che unisce in modo magistrale la divulgazione scientifica e l’autobiografia, Christof Koch, che della coscienza è uno dei massimi studiosi al mondo, offre uno sguardo d’insieme sulle più recenti scoperte in ambito neuroscientifico, unendo eleganti visioni del mondo naturale alle sue memorie personali, in una struggente ricerca del significato della vita.

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